Ripensavo a questi giorni al weekend della leadership conference..sono passate soltanto poche settimane, in mezzo ci sono state ferie, giornate di pioggia, giornate serene.
Pensavo, in particolare, all’intervento di Mary Baker, presidente dell’European Brain Council.
Una – tra le altre cose – deliziosa signora inglese che, tra le altre cose ci ha parlato di prospettive future. Di come, nei prossimi decenni, l’aspettativa di vita aumenterà sempre più e tutto ciò che consegue da questa cosa, ovvero più necessità di assistenza, incidenza di malattie neurodegenerative
più pronunciata, necessità di nuovi modi e nuovi tempi di trattamento. Di come fare advocacy, che è stato il tema della leadership, di come le associazioni come la nostra dovranno riuscire a farsi ascoltare da chi prende le decisioni.
Diceva Mary Baker: “we have to show them the evidence” – dobbiamo portar loro le prove, i dati, i numeri, se vogliamo che ci ascoltino.
Parlando dei prossimi decenni è chiaro che si fa riferimento, almeno per me che di anni ne ho quasi 34, a un bel pezzo di vita.
In cui probabilmente la ricerca nel campo della sclerosi multipla andrà avanti, avremo a disposizione sempre più mezzi per farle la guerra, come dice John, e allo stesso tempo continueremo a vivere le nostre vite alla faccia sua.
E queste sono prospettive di medio – lungo periodo. Sono lì, sono oggetto di riflessione, di azione per alcuni, sono l’orizzonte.
E poi dall’altro canto, pensavo alle prospettive di breve e brevissimo periodo. Da queste parti c’è aria di tempesta, la crisi economica che c’è ormai in tutta europa si avvicina e insomma…le cose per il sottoscritto potrebbero diventare difficoltose se si facesse sentire per davvero.
Cerco di far convivere queste due visioni che ho in testa, da settimane: da una parte c’è l’orizzonte, lontano, dall’altra c’è ciò che c’è dietro l’angolo.
È un equilibrio sottile, è fatto di paure che cercano di riaffiorare, di serenità, di momenti di smarrimento e di rabbia che va, per forza di cose, incanalata in una direzione per non farle fare danni.
È l’unico modo che conosco, è l’unico modo in cui riesco a sorridere quando fuori piove.
Bello, dover intrecciare dinamiche di crisi mondiale, con la gestione di una malattia cronica e una società che dovrà strutturarsi sui cittadini del fututro.
Una sfida coi fiocchi, e a quanto pare ci siamo di mezzo più noi che altri, visto che il problema della salute lo viviamo già oggi e non in terza età.
mi son presa un po di tempo per riflettere su questo tuo post. che offre tanti spunti, perchè dalle parole di mary baker su come cambiano e cambieranno le aspettative di vita, tocca le tue prospettive vicine, individuali, e arriva a toccare quelle lontane. comunque si tratta di orizzonti. di sicuro, una bella sfida. rispetto a questo, la questione che io mi pongo, per esempio, è cercare di trovare in questi orizzonti anche le opportunità, oltre alle difficoltà, per fare in modo che mi facciano un po meno paura.