Mi sono già presentata in un altro post ma oggi vorrei ritornare con una ricetta speciale.
Quando la bilancia della vita pende decisamente verso la piega dolorosa dovuta alla SM, serve qualcosa: la ricetta del sorriso.
Non è certo una ricetta facile da realizzare: gli ingredienti sono semplici ma per metterli insieme ci vuole una bravura, degna di un grande chef dell’ottimismo.
Quante volte capita di sentirsi soli, o meglio in compagnia di un’ospite poco gradita. Quante (troppe) volte si ha la sensazione di star combattendo una battaglia contro un gigante, troppo più grande di te per poter essere sconfitto.
Quanto spesso le parti doloranti, addormentate, indeboliscono la nostra voglia di continuare ad andare avanti. Quante volte la nostra compagna “gigante” ci fa sembrare la vita una salita troppo ripida e faticosa e, piuttosto che farci alzare la testa verso la meta soleggiata, ce la fa chinare, consentendoci di vedere, all’ombra di noi stessi, solo il peggio che ci aspetta. Quanto tempo e quante cose perdiamo, paralizzandoci di fronte alla paura di quello che potrebbe accaderci domani.
Non è facile non sentirsi continuamente dei piccoli eroi sconfitti, quando pieghiamo la testa a questi pensieri, soprattutto quando la SM manifesta la sua voglia dirompente di non farsi mai dimenticare, stuzzicando la parte più cupa di noi.
E forse sì, pensandoci bene, un po’ siamo degli eroi soli che si trovano davanti ad una salita un po’ più ripida di quella degli altri, con più ostacoli degli altri e un gigante che spesso dorme, ma ogni tanto si sveglia e, quando lo fa, sa come spaventarci.
Ma le missioni più difficili non le hanno sempre assegnate a chi aveva piu capacità? A scuola, non erano i migliori a dover superare test piú duri? In battaglia, il condottiero non era il piu capace fra i soldati?
E allora perché non sentirci a nostro modo degli eletti? Perché non fermarci ad un punto della salita, asciugarci il sudore e sorridere alla meta soleggiata, sicuri di poterla raggiungere? Perché non investire quel tempo in cui ci paralizziamo di fronte alla paura nel trovare una strategia per combattere questa maledetta paura?
Facile a dirsi, meno a farsi, penserete voi.
In realtà, riflettendoci su, è più alle difficoltà facile rispondere con un approccio positivo: ti consente di capire che hai un unico obiettivo da combattere, che è la difficoltà, non te stesso.
E anche se alle volte può sembrare una lotta contro i mulini a vento, perché è la SM che, da gigante più forte ma meno furbo, detta i tempi della battaglia, il trucco è non lasciarsi cogliere impreparati, ma continuare a perseguire il proprio obiettivo di felicità.
Non siamo fatti per non soffrire mai e sicuramente contro il dolore una ricetta non esiste.
Ma siamo fatti per incassare il colpo, reagire e andare avanti, non come se nulla fosse successo, cercando di capire cosa quel momento doloroso può insegnarci per affrontare meglio il prossimo, cosa ci ha fatto crescere, cosa in fin dei conti ci ha reso migliori e più forti di prima.
Del resto, la storia e i miti ci insegnano che l’ultimo a rimanere sul campo di battaglia non è mai stato un gigante, ma, spesso, un uomo piccolo, comune, che da gigante si è comportato.
Veronica
Ciao Veronica,
condivido in pieno quanto da te detto. Non avrei saputo esprimerlo con parole migliori!
Spero nella ricerca e conto che, prima o poi, venga fornita l’arma letale al nostro piccolo eroe.
In bocca al lupo!
Grazie manuel! In primis in bocca al lupo anche a te.. Poi.. Crepi!
Teniamo duro, con un po di fiducia e un pizzico di capacita a volte di sdrammatizzare, vinceremo noi!
Un abbraccio
La penso come te. Non ho mai visto la malattia come una piunizione bensì come una guerra da combattere e da cui uscire vincitori il maggior numero di volte possibili. E’ solo in questo modo che riesco ad affrontare ogni giorno. In bocca al lupo amico di SM.
Dal 2011 ho una nuova compagna di vita che cerca di distruggere i miei sogni e i miei desideri. Sono passati 3 anni e ancora non ci e’ riuscita.
In bocca al lupo a tutti e non molliamo mai!