Conosco mia figlia Ginevra (meglio nota come Gin) da circa 40 anni, la metà dei quali vissuti in compagnia della sclerosi multipla. Ha sempre avuto nuove idee e l’ultima è stata quella di avviare un blog “sorrisodigin” che le permette di ricordare e raccontarsi.
Da quel lontano 1995, quando le venne diagnosticata la SM, abbiamo proceduto aiutandoci sempre a vicenda.
A suo tempo fu proprio una tegola, un fulmine a ciel sereno in grado di sconquassare una famiglia.
Da allora, grazie a Dio, ci siamo sempre più appoggiati gli uni agli altri perché dovevamo aiutare lei a uscirne e/o ad attraversare la malattia. Ovviamente non abbiamo finito. Sapevamo che avrebbe vissuto momenti difficili, e noi con lei.
Ma dovevamo farcela e questo è il nostro cammino da allora, cammino che si rinnova ogni giorno.
Lei ci ha sempre aiutato tanto, perché è una tipa fenomenale, per il suo ottimismo, il suo spirito ironico, caustico, con la battuta sempre pronta, la capacità di captare in ogni situazione l’aspetto migliore, e di puntare sulle capacità fisiche restanti, piuttosto che recriminare su quelle che una alla volta perdeva.
Quando tutto è cominciato abbiamo iniziato a vivere come fossimo in altalena.
Un altalenare di speranze e delusioni: un po’ su un po’ giù. Ma eravamo anche consapevoli del fatto che quando sei giù, prima o poi trovi qualcuno che ti offre una mano, che ti dà una spinta per risalire: l’amico che viene a trovarti, un abbraccio che proviene dal cuore, una storiella raccontata bene. Cose che riaprono il cuore portandolo ad apprezzare sempre più quel Qualcuno che interviene al momento opportuno.
Non tutto è così facile come può sembrare dalle parole: come sempre nella vita ci vuole tanta buona volontà, voglia di non fermarsi, capacità di ascolto, desiderio di guardare sempre avanti, di non perdere mai la speranza (che in questo caso non vuol dire illudersi).
Continuare a VIVERE vuol dire trovare ogni mattino il desiderio di ricominciare. Scoprire che la vita ha sempre qualche cosa di nuovo, di bello da proporti.
I miei rapporti personali con Gin partono dal presupposto che lei è fragile fisicamente, ma la sua testa è perfettamente funzionante, quindi si discute nel pieno rispetto delle parti: ciascuno difendendo le proprie idee, le proprie posizioni.
Quindi sempre pronta a venirle incontro con affetto, pazienza, piena disponibilità, ma senza falsi pietismi.
Siamo stanchi? Si certo, dopo tanti anni sicuro che siamo stanchi, ma un suo sorriso ci permette di procedere. MAI ARRENDERSI!
Noi siamo anche sicuri che a fronte di un problema riceveremo le forze sufficienti per superarlo al meglio. E quindi diamo il meglio di noi. O almeno ci proviamo.
E la serenità che non manca nella nostra casa ne è una conferma.
Renata, mamma di Gin
Che bella persona che sei, l’amore per tua figlia ti ha fatto diventare una guerriera. Si, perché con la SM bisogna combattere quotidianamente senza abbassare mai la guardia. E’ vero, si vive come su di un’altalena, quando si presentano difficoltà ci sentiamo giù, quando tutto va bene partiamo a razzo.
Grazie ancora per la tua testimonianza, che incoraggia e sostiene chi come te deve fare i conti con la SM.
Il Signore rafforzi e sostenga il tuo cammino, perché solo abbandonandoci a Lui riusciamo ad andare avanti e sperare in un futuro migliore.
Ciao Franca.
Sai le battaglie non si affrontano mai da soli. E qui, in casa mia, siamo tutti solidali, come i moschettieri: uno per tutti, tutti per uno. E così facendo, in un qualche modo si vince, se così si può dire.
E poi, anzi innanzi tutto, c’è Lui, che ci sostiene sempre. Grazie.
Bellissimo post Renata! Bellissima testimonianza di mamma combattiva! Un abbraccio a te e uno a Gin!
Grazie per gli abbracci. Fanno bene al cuore e aiutano nella battaglia. È un cammino il nostro, sostenuto appunto da tante piccole cose come un abbraccio.
Te lo ricambiamo di cuore, S.
Post profondo ed intenso. Dalle tue parole Renata si capisce l’importanza della mamma e della famiglia nell’affrontare la SM. La vostra forza e determinazione sono un esempio per tutti. il vostro approccio comunicativo va dritto al cuore. In bocca al lupo a te e a Gin.
Grazie Manuel. Di sicuro, come hai evidenziato tu, il tutto è il risultato di una famiglia che è rimasta unita nonostante la batosta, e la convinzione che non serve commiserarsi. Anzi è addirittura deleterio. Bisogna dare battaglia, ciascuno secondo le proprie capacità cercando di ottenere dalla vita il meglio che si può.
Come si diceva nel post: noi ci proviamo. Ciao.
mi ha emozionato leggere quanto hai scritto. Conoscendo Gin e voi da tanti anni posso confermare davvero quanto è palpabile la serenità che si respira ,che respiro
in casa vostra. Della vostra normalità ad affrontare la quotidianità a stretto contatto con una malattia che non perdona nessuno.né chi ne è affetto come la Gin né chi le sta vicino. giorno dopo giorno con grande forza e tenacia che non manca a nessuno della famiglia ,soprattutto a Gin. Ultreya si dice sul cammino di Santiago di Compostela,
ed io lo voglio dire a tutti noi pellegrini su questa terra che condividiamo un pezzo di cammino insieme; ed insieme ci si aiuta nel condividere le difficoltà e le gioie di questo cammino. Allora ultreya a Gin e famiglia.vi voglio bene!
Ciao Silvia. Si noi ci conosciamo bene e devo dire grazie anche a te, perché la tua presenza costante e un grosso aiuto per gin, che trae forza e coraggio dalla vicinanza degli amici.