Mi ricordo ancora il giorno in cui guardai il 16esimo episodio della terza stagione: come ho già scritto, mi piacciono un sacco le serie e a quel tempo ero letteralmente sotto con Cold Case, la serie sui delitti irrisolti.
Siamo negli anni ’80 e Steve Jablonski, un ragazzo di 17 anni, ottiene la Cadillac in prestito da suo padre per andare al ballo della scuola: immancabilmente la macchina gli si rompe (Cliché!) e gli viene soccorso niente popodimeno che un assassino che decide, proprio in quel momento di sotterrare vive le persone. Di sotterrare vivo Steve. “Mi spiace Steve ma sta sera morirai, cosa provi?” gli dice.
Un detective che trasporta in archivio uno scatolone marrone con i dati di Steve scritti su un lato, ci riporta repentinamente nel 2006. Alla stazione di Polizia c’è la nostra Lily Rush, che viene interrotta nella compilazione notturna di scartoffie da un uomo distinto, col volto scavato e gli occhi incavati. Dice di essere “John Doe” (faceva prima a dire “sono Ulisse!”) e confessa di aver ucciso Jablonski 26 anni prima.
Che fortuna, no? Trovi un assassino così, che ti si presenta di sua spontanea volontà ma… quale sarà il movente? Perché uccide? “Perché quei bastardi credono di vivere per sempre!” questa la sola risposta. E quindi, nulla, ciò che sembrava già concluso inizia proprio ora: bisogna iniziare ad indagare.
Provano a farlo cantare, ma il caro Doe ripaga tutti con discorsi di psico-filosofia spiccia, citando anche le famose “cinque fasi”… della morte. Le cinque fasi della morte?! Non erano quelle dell’accettazione?!
Comunque, per farla breve, si scopre la sua vera identità – si chiama davvero John! – e i detective si recano dalla moglie per interrogarla e magari trovare qualche risposta.
“John ha chiamato sta mattina. Ha iniziato ad avere i tremori”.
Ecco, ancora sta storia dei tremori…
“È iniziato il conto alla rovescia”.
Ah ma perché ora quando uno ha i cloni parte il carnevale di Rio?!
“Perché i tremori indicano che è l’inizio della fine”.
L’inizio dell… Ma che c….
“Non ve lo ha detto? John è molto malato. Ha la sclerosi multipla. Sta morendo”.
‘Sta volta non volevo credere alle mie orecchie. Come ho detto, ricordo benissimo la prima volta in cui ho visto questo episodio: erano i primi mesi dalla diagnosi, al solo sentire parlare di “sclerosi multipla” mi era finito il cuore in gola (e probabilmente mi avevano iniziato a tremare le mani) ma soprattutto perché, visto che dovevo partire per Londra, nell’eventualità mi avessero fatto storie con l’auto iniettore dell’interferone (e manco a dirlo è proprio successo) dovevo capire come diavolo si pronunciava Multiple Sclerosis in inglese!
Non ricordavo assolutamente la trama, ma ancor meno il fatto che il tizio avesse i giorni contati a causa della mia stessa patologia che, come è noto, non è mortale.
La puntata prosegue con il capo detective che interroga stizzito il “condannato a morte dalla SM” e dice:
“Quando hai la sclerosi multipla”
Ecco, arriva quello che ne sa per osmosi…
“hai disturbi motori, perdi la vista”
Ma non è mica detto, amico!
“sei debole”
Debole?!! Sarai tu il debole!
“Può durare degli anni e ti ritrovi intrappolato in un corpo che sta morendo… “
Cosa vorrebbe dire “può durare degli anni”?!?! Abbello, la cura non l’abbiamo ancora. E poi “Un corpo che sta morendo”?! Ma tutti i corpi lentamente muoiono! Che discorsi sono?
Non mi stancherò mai di ripeterlo: una piccola ricerca anche su wikipedia e evitate di creare trame che non esistono. Ma temo che questi sceneggiatori non impareranno mai. Il loro senso del drama e dell’ego mette in ombra totale quel poco di razionalità che gli è stata donata.
Sta di fatto che l’episodio finisce con il nostro “assassino-malato terminale di turno” che uccide perché i giovanotti, a 17 anni, credono di vivere per sempre, di essere invincibili. Lui stesso credeva di esserlo prima che gli venisse ‘sta fantomatica sclerosi multipla che “lo ha battuto”. E quindi, logicamente, per farli destare da questo “sogno cieco di vita sempre bella, sempre felice, sempre a portata di mano”, fa vedere loro che le disgrazie accadono, che non è mai tutto rose e fiori, che un giorno ti svegli e arriva, arriva la sclerosi multipla. Una sclerosi multipla che in questo caso – nella testa degli autori – è pure assassina. (Non bastava “solo” quello che oggettivamente è? Manco a dirlo, evidentemente no.)
Respira.
Tre, quattro, cinque volte.
Come odio l’ignoranza, la superficialità e tutto ciò che queste mischiate insieme possono generare.
Brava Annalisa, brava.
Respira.
Tutte questo bel miscuglio genera egoismo e solitudine e questo avviene sempre quando il solo ed unico obiettivo è il denaro, l’euro intascato. Non ha nessuna importanza cosa hai fatto o cosa hai seminato per quel maggior guadagno, non c’è alcun pensiero, alcun dubbio, alcun ripensamento.
Respira e poi prova a lasciar cadere ciò che fa schifo, trattieni quel che comunque ti piace e chiudi la porta. Poi respira ancora.
Ti abbraccio.
E poi ci si chiede perché le gente è piena di pregiudizi sulla SM!
Ogni tanto penso che dovrei scusarmi perché sono ancora vivo e riesco persino a stare in piedi! Che sfacciato!
Che pressappochismo! Hanno omesso di dire che la SM è contagiosissimaaaa! :)))
Annalisa, il tuo racconto è fantastico: ironico, sorridente, perfino piacevole da leggere per il puro gusto di leggerlo!! Aggiungo solo che anche il Dr. House non scherza: quando in qualche episodio (ne ho contati tre, e non lo vedo spesso!!) c’è un malato “strano”, moribondo, inquietante… la prima ipotesi che fa il Dr. House è sempre “Sclerosi multipla”!! A questo punto, o la produzione sassone di telefilm ha la fobia della SM o, molto più verosimilmente, son tutti a corto di fantasia!!
Ma se solo di tumori ai polmoni ce ne sono 200 e passa tipi, perché non variare ogni puntata “sanitaria” con un po’ di implemento di conoscenze???
La soluzione da parte mia??? NON SEGUIRE PIU’ PRODUZIONI TELEVISIVE A PUNTATE (LIMITANO LA PROPRIA LIBERTA’!!), E PREFERIRE UNA PASSEGGIATA O UN CINEMA!!!!!
Un abbraccio, e un sorriso, a tutti!!!
Anna prova a vedere anche The Affair, ho iniziato un po’ di giorni fa a guardarlo, non mi ricordo che episodio era ma il protagonista raccontava della madre morta da giovane (quando lui aveva 17 anni) per colpa della sclerosi multipla. Bah. Proprio gli americani che dovrebbe essere avanti mille anni, disinformano così le persone. Sono sempre più allibita.
Mi hai tolto le parole di bocca… Ho voluto vedere the affair, mi ha incuriosita come serie… Un po’ scontata cmq. Ho scaricato gli ultimi episodi perché avevo tempo di vederli e ha avuto il potere (mentre ero tranquilla sul divano sola per fatti miei) di farmi diventare una scaricatrice di porto(con tt l’affetto e rispetto per la categoria). Ogni serie televisiva, film etc per giustificare il momento di pazzia e delirio, ha sempre pronto il jolly, e il pubblico si commuove capisce la Gravità della situazione, la condanna a morte etc
Io ho avuto un momento simile, mentre viaggiavo in aereo, 2010, appena diagnosticato, dopo avere diversi guai con Il personale del aeroporto nel Mio paese, sono in aereo con Il Mio trattamento, comincia un film e cosi mi avvicino al Mio prossimo destino.
Il film SI chiamava Hereafter, interesante, Una persona sensitiva che poteva parlare con quelli che non erano piú con noi, tutto VA bene, il protagonista domanda a un cliente “Tia moglie camminava con difficolta certo?” il cliente risponde “SI, lei ha la SM”…
Da quel momento é stato il viaggio piú pesante Della Mia vita, la Mia mente viaggiava piú veloce del aereo, quante domande, immaginavo il Mio futuro, I momenti passati, piangevo da solo, brutto viaggio per cominciare le mie vacanze, cercavo di allontanarmi da questo ospite non voluto e lo trovo appena cominciano le mie vacanze.
É la prima volta che racconto questo, cassualitá?, puo essere, penso che sia stato la Mia prima catharsis, sperienze di vita senza dubbio.
Ciao Annalisa , il tuo racconto e ‘ divertentissimo ! Brava ! Io sono Oriana ed ho la SM da 32 anni ! Sto in piedi , cammino e nn sono morta : DIGITO ERGO SUM viva ! Mi leggi ? Si ?! Dunque sono viva ! Ahahah !
Sai cosa penso di certi telefilm americani ???? MAVVAFFANC ……..O !!!! Alla faccia tua !!!! Del telefilm eh !!!!
Ciao carissima !!!! Kiss kiss !
Ciao Annalisa,
non ho mai visto “Cold Case”, il tuo racconto è divertente davvero …però, secondo me, la storia dell’assassino (a parte il peccare a tratti di ignoranza sulla malattia) merita una riflessione ulteriore – altrimenti diventiamo noi poi quelli superficiali 🙂
Io non mi fermerei sul “con la SM non si muore ….(e quindi WOW!)”.
Io mi ricordo quando ero uno di quei 17 anni che credono di vivere per sempre, di essere invincibili.
Ora non più (ovviamente) e non sai quanto questo a volte mi manchi.
Forse una malattia cronica non ti fa morire fisicamente a breve…ma può farlo a poco a poco e non parlo solo del corpo. Capisco che queste riflessioni però non sono in sintonia con “giovani OLTRE la sm”
E poi dai, solitamente una persona malata fa la parte del “buono”….invece almeno in questa puntata fa la parte del cattivo! …dai qualcosa da salvare c’è 🙂
Un abbraccio