Oggi pubblichiamo la storia di una ragazza che ha incontrato la sclerosi multipla quando aveva solo 15 anni e l’ha incontrata così, in un giorno di scuola. Nonostante questo, però, è riuscita a crescere e a costruire la sua vita.
Ricordo benissimo quel giorno. Ricordo ogni minimo dettaglio di quel maledetto giorno di 8 anni fa, lo ricordo quasi come fosse ieri.
Ero a scuola. All’epoca frequentavo il secondo anno delle superiori e ricordo che, guardando la lavagna cominciai a vedere dei pallini neri, piccoli e fastidiosi.
All’inizio credevo si trattasse di stanchezza, avevo 15 anni e non avrei mai pensato di avere qualcosa di più serio.
Con il passare dei giorni, però, questi pallini non sparivano, così ne parlai anche con i miei genitori. Volevano portarmi subito in ospedale. Queste piccole macchie, infatti, diventavano sempre più grandi. Una mattina, poi, appena sveglia, aprii gli occhi e… non vedevo più nulla! Il nero più totale.
Panico. Ricordo come fosse ieri quella mattina.
Da lì è iniziato il calvario. Una via crucis tra mille ospedali in cui nessuno capiva cosa potesse essere, almeno fino a quando non mi fecero fare fantastica «amica» risonanza magnetica. Dico «amica» perché siamo ormai amiche da 8 anni.
Ho sempre avuto un carattere forte. Non ho mai dato a vedere a nessuno il mio dolore… ed ho sbagliato. Ho sbagliato alla grande. Ho portato dentro di me, per anni, una rabbia verso il mondo. Perché doveva succedere a me? Perché a 15 anni ?
Ora sto meglio, ma ricordare quei momenti non è facile, non lo è neppure dopo 8 anni, non lo è anche se la mia vita nel frattempo è andata avanti.
Oggi ho un bel lavoro e una bella famiglia che mi vuole bene. Ho allontanato gli amici che non mi hanno capita, che mi hanno abbandonata quando avevo bisogno di loro. Altri invece sono rimasti e mi hanno aiutato a superare ogni momento difficile.
Anni fa ho deciso di condividere questa mia esperienza sul web. Ne avevo parlato in un video e, attraverso questo, ho cominciato a conoscere tante, tantissime persone con sclerosi multipla. È stato come scoprire una grande famiglia.
Tutta questa storia mi ha fatto capire che nessuno può controllare la nostra felicità e che nessuno ha il diritto di privarci dei nostri sogni.
È per questo che dobbiamo lottare e andare avanti.
I.
Se anche tu vuoi raccontare e condividere la tua storia scrivici a blog@giovanioltrelasm.it
Io ancora adesso non riesco a capire le motivazioni degli amici che ti abbandonano……. Ma perchè??????
Michela secondo me non sono loro che ci abbandonano….. siamo noi che non ci sentiamo capiti da loro e quindi di conseguenza si rompe quel qualcosa che si era creato prima….ma dato che i veri amici si vedono proprio al momento del bisogno ti rendi conto che non erano veri amici ma conoscenti,persone con cui condividevi esperienze, PRIMA…..quando prima eri un’altra persona….
Non lo so …..io ce l’ho dal 92 ma non mi sono mai fatta commiserare, ma ho.perso dei nemici ….gli amici sono rimasti.