Evento Giovani oltre la SM 2024

Nella lotta contro la SM ho scelto io con chi combattere

Foto: www.instagram.com/pigna14

Oggi pubblichiamo la storia di una donna che, dopo la diagnosi di sclerosi multipla, ha scelto di condurre la sua battaglia contornandosi solo delle persone che ama di più e che non sono scappati nel momento della tempesta.

Ho 40 anni e la sclerosi multipla ha cominciato a darmi qualche problema poco tempo prima che arrivasse la diagnosi. Convivevo con sbandamenti e stanchezza, ma andavo avanti con cattiveria. Il pensiero della SM non mi aveva sfiorato neppure lontanamente.

La diagnosi è arrivata a marzo del 2016. Quando l’ho saputo mi sono subito detta: «Che bel regalo mi sono scelta per i miei 40 anni». All’improvviso, ti senti come sulla spiaggia d’estate quando comincia a piovere e mentre tutti scappano, tu rimani sotto quella pioggerella leggera che alla fine si sopporta bene.

È così che mi sono ritrovata a combattere con la SM. È così che la tua vita diventa come quella spiaggia colpita da una pioggia improvvisa: tutti scappano, tutti si mettono al riparo e tu, invece, resti lì, solo, a guardare il mare mentre le gocce di pioggia di accarezzano il viso.

Non è facile spiegare tutto questo a chi è convinto che la SM è in ogni caso stare su una sedia a rotelle, a chi non comprende che oggi, anche con il «mostro», si vive e si deve vivere.

Ci sono giorni in cui restare sotto le coperte o sul divano sono le uniche cose che vorresti fare, ma ti rendi conto che così facendo la dai vinta alla malattia e alle persone che sono scappate con il suo arrivo. E poi, questo, non è il mio modo di affrontare la SM.

Scappi per andare dove? Lei ci sarà sempre e allora cerco di far diventare la sua presenza piccola, piccola: mi manda segnali che valuto ma che combatto, mi impone nuovi modi per affrontare le giornate che io assecondo  senza mai farla vincere.

Se vince lei, vince anche chi è scappato e se uno abbandona il campo di gioco, non merita di vincere.  È chi ti resta accanto, che lotta con te, che gioisce dei tuoi traguardi e che ti incoraggia nei momenti bui, è lui che vince insieme a te.

In questa battaglia ho scelto io chi volevo sulla spiaggia insieme a me. Gli altri gli ho lasciati lì dove hanno deciso di trovare riparo. Ho scelto io di godermi la bellezza del mare e del sole che fa capolino dopo una tempesta insieme ai miei figli, Francesca di 5 anni e Gabriele di 2, e insieme a mio Marito Miro.

Per loro il sole deve risplendere sempre… e il loro sole sono io.

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4 commenti

  1. io che avrei voluto combattere al suo fianco sono stato escluso dalla sua vita…….

  2. Assomiglia alla mia storia…
    Sei brava ad affrontare il tutto
    Hai molto coraggio
    Nel mio caso i figli erano più grandi
    ed è stato molto più difficile far accettare loro ” la malattia”
    Il mio cambiamento, la mia stanchezza,
    il mio star male ha fatto star male anche loro.
    La mia iperattività che ho perduto da tempo ha distrutto anche la mia famiglia,
    perché non riesco più a fare quello che facevo prima,
    e questo per loro è stato un dramma,
    Non riescono a capire che certe cose non le posso più fare anzi non lo vogliono accettare….
    E questo mi fa stare ancora più male.
    Quindi, a volte sono costretta a chiudermi nel mio mondo solitario e lottare contro i mulini al vento…
    e continuare a lottare si, ma da sola e contro me stessa.

  3. A me è successo il contrario, sembrava volesse combattere con me e alla prima richiesta di compagnia durante una RM (che subito odiavo), mi ha detto no.
    Quindi stop, lo allontanai.

  4. Ciao a tutti, sono Claudio di anni 45. Nonostante mi faccia male legger le vostre storie,perché so quanto stiate soffrendo,mi riconosco in ognuno di voi , per aspetti differenti. Soffro con voi ed anch’io come tutti coloro che hanno a che fare con quest’avversario invincibile, combatto questa guerra, per volontà, per dovere, per orgoglio MA, e questo ma è sostanziale, mi accorgo che nonostante tutta la mia volontà, il mostro decide le mie giornate ed il gioco al quale vuole che io giochi ed io, senza poter alzare la voce, mi adatto.

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