Anche oggi ho vinto io! E così, con quest’affermazione che intendo iniziare a parlarvi di me.
È vero, non ci conosciamo, con la maggior parte di voi siamo distanti chilometri e chilometri ma, realisticamente parlando qualcosa ci unisce, ci lega e ci porta a condividere spezzoni di vita!
Mi chiamo Pamela e ho 23 anni. Sono una ragazza semplice ma profonda, amo la vita e tutto ciò che essa stessa mi dona di buono. Ho sempre creduto di essere fragile e nel dicembre 2014 è arrivata una difficoltà che mi ha messo alla prova.
Sintomi dal nulla
In quel periodo stavo svolgendo la settimana di prova per un lavoro quando, improvvisamente, mi hanno assalito forti vertigini, mal di testa, febbre e vomito. Uno dopo l’altro, rendendomi debole e costringendomi a letto.
Dopo due giorni di sintomi che non accennavano a placarsi, mi madre ha chiamato il 118, ma dalla visita neurologica che fecero non risultò niente di preoccupante. Unico sospetto: un’infiammazione cervicale.
Passano altri due giorni e mia madre è costretta a chiamare di nuovo i medici, ma stavolta con urgenza: la pressione del sangue scendeva di pari passo al livello di zuccheri (glicemia). Quando sono arrivati, medico ed infermieri si accorsero che ero vicina ad un collasso. Arrivata in pronto soccorso mi hanno attaccata a delle flebo per ore, sicuri che queste mi avrebbero fatto stare meglio. Ma non è stato così. Continuavo a stare male, i sintomi non accennavano a scomparire e apparentemente non c’era una motivazione.
La diagnosi
Vista la situazione, mi hanno sottoposta ad una risonanza magnetica. Ora tutto era chiaro: un Ictus ischemico. Trasferita in codice rosso in un ospedale specializzato, alla seconda risonanza si sono accorti che di ictus ischemici, in realtà, ne avevo avuti tre.
Ho vissuto così per 2 mesi in ospedale. Mesi vissuti in maniera sofferente, sottoposta a visite, controlli ed esami, mentre dentro di me pensavo di non farcela più. E pensare che, invece, era solo l’inizio di un nuovo percorso che adesso ha un nome e una sua identità: sclerosi multipla.
Essere giovani significa essere liberi, spensierati e vivere la vita con quella forza e quelle capacità che probabilmente un giorno non si avranno più.
Essere giovani con la SM, invece, significa alzarsi le maniche, prendere in mano la propria vita e non permettere a questo figlio adottivo che è dentro di noi, nell’abisso della nostra persona, di avere il pieno controllo della nostra esistenza. Di trattarci come tanti burattini.
I cambiamenti dovuti alla SM
Come tutti voi, anch’io ho incontrato sintomi che tutt’oggi mi fanno compagnia e ho dovuto fare i conti con dei cambiamenti. La stanchezza esagerata e la voglia di spaccare il mondo, ma anche la consapevolezza di non poterlo più fare. Il dover programmare le tue giornate in modo da svolgere tutte le attività ma con tempi diversi. Le rinunce e il dover trovare nuove ispirazioni. Gli effetti collaterali di quelle terapie che ci permettono di avere una vita dignitosa e gestibile.
Oggi sono felice di conoscere il mio nemico perché ciò mi dà maggiori probabilità di sconfiggerlo, di dargli il valore e l’importanza che merita: nessuna!
Ringrazio la vita di tutti i giorni perché mi da la possibilità di dimostrare a me stessa che sono più forte di quanto pensassi e ringrazio gli imprevisti della vita come questo perché mi hanno aiutata a crearmi quell’armatura che mi ha reso una persona migliore dentro ed anche fuori.
Se guardo indietro, con senno del poi, credo fermamente che quei 2 mesi di ospedale siano stati i più belli della mia vita. Dalla finestra della mia stanza potevo ammirare lo Stretto di Messina e la parte più visibile della Calabria! Durante le mie notti insonni ho potuto osserva la bellezza unica delle navi da crociera tutte illuminate immerse nel buio più totale. Ho potuto vedere le spiagge innevate da quell’inverno rigido e non potrò mai conoscere nella mia vita, un numero incalcolabile di persone come quelle che sono venute a farmi visita.
Un grazie speciale va poi al mio migliore amico, nonché dolce marito che mi ha sposata nonostante tutto e che, a distanza di un anno e mezzo dal matrimonio, mi sostiene, tifa per me e mi dà la carica.
Avrei 998 motivazioni per essere infelice, depressa e arrabbiata con Dio. Ma le due che restano sono quelle che mi bastano per continuare a rendere la mia vita bella da vivere. Sono una ragazza credente, religiosa e questo mi dà fiducia. Vivo il presente con speranza e ho fiducia in un futuro migliore.
Tutte le sere penso al privilegio di essere ancora qui. Non è così scontato. Ecco perché tutte le sere penso: anche oggi sono riuscita a vincere la battaglia. Anche oggi ho vinto!
Pamela
Se anche tu vuoi raccontarci la tua storia scrivi a blog@giovanioltrelasm.it
Pamela… sei veramente molto coraggiosa e soprattutto tosta! Continua così e le battaglie che arriveranno ti troveranno pronta alla lotta e vincerai! Sono un bel po’ più grandicella di te, ma quando leggo storie raccontate da giovani il mio istinto materno si erige a paladino della giustizia e non è giusto che ragazzi così giovani si debbano trovare a lottare contro cose più grandi di noi. Vorrei abbracciarvi tutti e tenervi stretti, sicura che insieme sarà più facile combattere questa guerra! Te intanto continua così che stai andando moooolto bene!
Un abbraccio
Grazie tante per il tuo affetto materno, per la tua comprensione e per aver dedicato parte del tuo tempo prezioso alla lettura della mia storia!
Oggi, nessuno, bambini, ragazzi o meno giovani, dovrebbe soffrire ma viviamo in un mondo malvagio dove nessuno è immune!
Siamo realisti ma positivi e continuiamo a concentrarci sulle cose positive che ogni giorno la vita ci dà e scopriremo che abbiamo tante gioie e tanti sorrisi che non vedono l’ora di invaderci dentro e fuori.
Un saluto sincero e affettuoso
Che dire..????? Se non che sei splendida ,che la tua luce arriva fino a me a Roma e attraversa il mare e il cielo. SEi forza pura e le tue parole fanno bene a me , che come te sono malata da 10 anni e x fortuna sto bene e ringrazio x essere viva tutti i giorni e a tutti quelli che invece vedono tutto nero. Grazie e in bocca al lupo
Carissima Fabiana, grazie per aver riscattato del tempo per leggere uno squarcio della mia storia!
Non posso che ringraziarti di vero cuore per le parole ricche di apprezzamento. Sono felice di essere riuscita a trasmettermi (scrivendo nero su bianco) quello che tanto desideravo: far vedere il sole dopo la tempesta, l’arcobaleno dopo il buio, la gioia NONOSTANTE TUTTO!
A te che hai imparato a vivere a colori: continua così!
Bello avere forza e soprattutto avere fede, é un grandissimo aiuto. Ti fa affrontare le cose e le difficoltà con una grande forza. Anch’io mi rivolgo a Lui lassù per aiutarmi nel percorso della vita.
Salve Terenzio! Grazie per aver letto parte del mio vissuto.
Non posso che essere d’accordo con te per ogni singola parola incisa.
Oggi, tutti pensiamo di essere abbastanza intelligenti per potercela fare da soli, ma siamo dei poveri illusi! La medicina va avanti, le ricerche e le novità non mancano ma.. non bastano!
Bisogna per forza di cose affidarci ad una Creatura superiore a noi che ci darà generosamente forza oltre ciò che è normale, pace mentale è almeno un motivo per vedere il bicchiere sempre mezzo pieno.
A te che la pensi così: continua così!
Bravissima forza di volontà sempre ti ammiro sei stata tosta mi sono rivisto alla inizio …mi hai donato forza
Ti ringrazio davvero tanto per il messaggio e mi fa piacere che il mio vissuto `sia stato in parte` un riflesso del tuo, come guardarti allo specchio.
Non posso che essere felice per essere riuscita a trasmettere in piccole dosi, pozioni di forza a tutti, a te!
Ciao Pamela che dire mi.commuovo sempre sentire le storie di persone così giovani avere la sm
Io mi dico come sono stata fortunata ad avere la diagnosi a 39 anni ora ne ho 53e per fortuna la malattia è ferma io ho combattuto la Sm e poi dopo sei la diagnosi di un tumore .PER fortuna ora ne sono uscita dal tumore ho solo la sm pensavo di impazzire ma c’è l’ho fatta soprattutto alla mia tenacia a mio marito e ai medici che ho incontrato lungo al mio cammino.Pamela sii sempre forte non ti arrendere.VIVA LA VIDA.
Salve Barbara. Grazie per avermi incoraggiata con il tuo messaggio breve ma diretto, semplice ma profondo!
Sono felice per te che hai scoperto la malattia a quest’età (se questo può farti sentire fortunata). L’importante sta nel scoprirla (se in tempo meglio) e trovare l’équipe medica capace, professionale per dare al paziente ciò di cui ha davvero bisogno.
Sicuramente anche tu sei una combattente e ti ammiro per essere riuscita a sconfiggere il tumore anche se non posso neppure lontanamente immaginare cosa significhi averlo e sottoporsi a pesanti terapie.
Viva la vita, concordo con te!
Saremo sempre più forte di lei!!!
Sicuramente, sempre!
Ognuno di noi ha un punto debole, ha il tallone di Achille! Perché non deve averlo anche la SM? Bisogna solo prendersi il tempo di scoprirlo!
mah! a me sembra che vinca sempre la SM. A noi è data solo la possibilità di trovare la forza, anche questa non sempre indipendentemente da noi, di inventarci una vita soddisfacente che però, resta tremendamente limitata, imprigionata e, anche se quelle stesse cose, poi, alla fine , riusciamo a farle, sono comunque, sempre vissute a metà. Sento, nonostante gli sforzi, gli aiuti, la famiglia, gli amici ecc… ecc…, di continuare a vivere una vita a metà. Obiettivamente, è così. Non credo di essere depressa ma solo consapevole di quello che succede ogni giorno..
Sono pienamente d’accordo. Consapevolezza, niente pietismo né depressione. In bocca al lupo a tutti.
Salve Gabriella! Mi dispiace davvero tanto leggere questo tuo commento che personalmente non condivido ma che rispetto a 360°. Ovviamente la S.M. ognuno di noi la vive in maniera diversa, si tratta di qualcosa di soggettivo, che nella maggior parte dei casi dipende dal tipo di carattere che abbiamo, da quello che per noi significa vivere, e vincere!
Io personalmente mi soffermo a pensare a tutto quello che posso fare, mi pongo nuovi obiettivi ogni giorno, mi concentro su tutto ciò che mi circonda e sul contributo che io posso dare in ogni piccola cosa. Ovviamente le forze e le energie sono quelle che sono ma spenderle nel modo giusto significa dedicare se stessi, in maniera completa, totale con cuore, anima, mente e forza. Se in quello che facciamo ci mettiamo tutte e quattro queste componenti nulla sarà vissuto a metà, nulla ci sembrerà irraggiungibile e soprattutto non permetteremo ai nostri pensieri di renderci prigionieri della negatività, della diversità, di quello che un tempo eravamo o che saremmo potuti diventare.
Ti incoraggio vivamente a riflettere su i tuoi punti di forza, sui tuoi pregi, sulle tue capacità riuscendo a creare qualcosa di tuo che può farti sentire soddisfatta, felice e completa!
Grazie tante, auguro anche a te Antonio il meglio e spero che anche tu possa trovare il coraggio di girare la faccia della medaglia. Perché guardare la realtà ed essere realistici non significa abolire ciò che siamo e che possiamo fare o considerare il tutto solo come un’opportunità. Non abbiamo nulla in meno degli altri. Anzi, mi permetto di dire che abbiamo tante più caratteristiche e qualità di soggetti senza S.M. come il coraggio, la perseveranza, la voglia di lottare e la creatività.
Hai pienamente ragione Gabriella anche se ci sforziamo di essere e di fare le stesse cose di prima non sarà mai lo stesso perché lei è sempre con noi e noi non siamo e non lo saremo più quelli prima.
Salve Vittoria! Grazie per aver lasciato un tuo commento, un tuo punto di vista.
Sono pienamente d’accordo con te che tutto quello che facciamo e tutto quello che ci sforziamo di essere non sarà come prima perché altrimenti significherebbe guidare verso una meta ben precisa ma guardando sempre lo specchietto retrovisore. Tutto nella vita ci cambia, qualsiasi decisione prendiamo, qualsiasi scelta facciamo e qualsiasi imprevisto come questo abbiamo. Di certo non possiamo pretendere di essere come prima o di fare le cose esattamente come prima ma c’è una cosa che non cambierà mai ma tutto dipende da ognuno di noi, dal desiderio che abbiamo dentro di noi: l’atteggiamento con la quale facciamo le cose. Si dice spesso che non c’è una strada che porta alla felicità ma è la strada stessa la felicità. In questo nuovo viaggio con la S.M. abbiamo sicuramente un peso in più e forse, probabilmente, non saremo più come prima ma possiamo sicuramente essere meglio di prima.
Ti auguro di vero cuore che tu possa meditare su quanto scritto e se ti va possa fare tue queste parole.
È un racconto da brivido, molto commovente e profondo come sai essere tu. Mi ha colpito tutta la storia ogni minimo dettaglio ce molta intensità di vissuto ma anche molta forza d’ animo. Sapere la tua storia in modo cosi specifico mi ha oltre che commosso fatto capire come dietro tanto sorriso e voglia di spaccare tutto ( che ti caratterizza) si celi anche una battaglia che si combatte ogni giorno contro qualcosa di più grande. MA NON CI SI ARRENDE MAI. Questa è la bellezza della vita
Grazie tante Lucia per il tuo commento. mi fa piacere sapere che ti abbia commosso e toccato interiormente. Vivere con la S.M. è come giocare un’eterna partita a scacchi: per ogni azione esiste una reazione e per ogni passo un contropasso. Oggi non esistono miracoli quindi mi sforzo di attaccare il mio nemico toccando i suoi punti deboli: sorridendo, avendo un cuore gioioso e andando a dormire con la divisa da soldato sempre pronta a iniziare una nuova battaglia.