Mi reputo un diesel delle emozioni. Quando mi capita una nuova esperienza impiego del tempo prima di esternare la mia gioia, troppo impegnata a valutare i pro e i contro. Mi sono persa tante cose preferendo essere cauta e coscienziosa. Non questa volta però.
Ludovico mi scrisse chiedendomi se fossi stata interessata a partecipare a un’attività sportiva che si sarebbe tenuta quasi due mesi dopo. Memore della fantastica esperienza con Wind of Change l’anno precedente, risposi subito chiedendo di che cosa si trattasse.
Barcolana. Non ne avevo mai sentito parlare, sono sincera. Ho impiegato pochi minuti per fare una ricerca online e subito ho capito la portata dell’evento e stentavo a credere che AISM avesse deciso di proporlo proprio a me.
Una cosa che la mia sclerosi multipla mi ha insegnato è stata quella di acchiappare al volo tutte le cose belle che la vita mi offre. È una frase fatta, me ne rendo conto, ma mai mi è sembrata più vera dal momento della diagnosi. Subito mi salì l’ansia che accompagna costantemente la mia vita: ma io non ho mai fatto una cosa del genere e se perdono per colpa mia? Oppure, che cosa dirò quando mi intervisteranno?
Il tutto venne chiarito dall’entusiasmo di Ilaria, che mi ha tranquillizzato e dato una carica di energia, al contrario dei lasciti della terapia (scusate dimenticavo di dire che sono piuttosto autoironica).
Il viaggio per arrivare a Trieste è durato molte ore e il tempo per arrivare mi è sembrato infinito. A tratti mi dicevo: “questa è una di quelle cose che non capitano due volte nella vita” e mi rinvigorivo. In altri momenti la paura di non riuscire a dare il massimo mi atterriva.
Una volta conosciuto l’equipaggio, una volta vista la Vanish, però, tutto mi è sembrato più cristallino e concreto.
La mattina che apre una delle regate più importanti del mondo il cielo è di un azzurro limpido e l’aria frizzantina. Dal momento in cui lasciamo Muggia le imbarcazioni, di vario genere, colore e dimensione, si fanno sempre più grandi man mano che ci avviciniamo alla linea immaginaria di partenza. Lì realizzo che sta veramente succedendo e, invece di agitarmi, il mio respiro si uniforma alle onde pacate del mare che mi circonda.
Sono sulla Vanish assieme all’equipaggio e ai dirigenti di A2A e mi godo lo spettacolo di centinaia di imbarcazioni tutte intorno a me. L’elenco dei contro si cancella improvvisamente e la lista dei pro raggiunge il numero dei partecipanti alla Barcolana 2019.
Purtroppo la bonaccia ha accompagnato la regata per tutto il tempo ma, a posteriori, realizzo che il sole che mi ha illuminato il viso, il clima disteso e i volti sereni di tutti i presenti hanno dato un valore aggiunto all’esperienza. Le mie prodezze a bordo comprendono una ginocchiata, i cui postumi hanno riecheggiato nella mia giuntura fino al giorno dopo, e un incontro ravvicinato con il boma mentre cambiavo lato dell’imbarcazione. Quindi tutto sommato il tempo mi ha graziata, altrimenti gli sballottamenti avrebbero causato danni maggiori alla mia persona (sob sob).
Riassunto: quasi 5 ore in mare e la gara accorciata fino alla seconda boa (altrimenti sarebbe durata fino all’indomani) e una posizione in classifica che l’equipaggio ha deciso di stimare in –esimi per riderci su.
La Vanish non avrà vinto, ma io sono contenta di aver partecipato (sempre sulla scia delle frasi fatte).
Che dire, AISM mi ha regalato una gioia che aggiungerò alla mia preziosa collezione di esperienze positive nonostante la SM.
Nella foto: Cinzia e Ludovico sul Vanish alla Barcolana 2019.
Quelle sono le esperienze che danno colore a questa vita! Solo da leggere il tuo post mi vengono brividi. Posso quasi sentire il suono del vento sulle vele.