Un fiume in piena, sono le domande che A. si trova a farsi ogni domenica mattina di fronte alla sua sclerosi multipla. Chissà quanti si ritrovano in almeno una parte di queste domande che scottano.
Io, Lei e la domenica mattina.
Ho sempre avuto una certa insofferenza per la domenica mattina, un misto di malinconia e noia. Da quando Lei è entrata nella mia vita la domenica è diventata il giorno del “bilancio settimanale” che poi sia allarga a macchia d’olio e diventa “bilancio di vita”.
Trascorro il sabato sera con gli amici a cenare e chiacchierare, vado a dormire per lo più serena, poi mi sveglio e sono nervosa, ansiosa, a tratti intrattabile. Ripenso alla sera prima e mi chiedo perché proprio a me?
Perché gli altri si sono svegliati senza questa spada di Damocle? Perché le cose semplici sono diventate difficili? Perché il pensiero di trascorrere una giornata fuori mi crea panico? Perché nella borsa devo sempre portare il medicinale? Mi farà male a lungo andare? Forse terrà ferma Lei, ma porterà altri problemi? Perché se volessi diventare mamma un giorno dovrei avere il benestare del neurologo anzi di un’intera équipe?
Perché ho il timore di fare un viaggio? Perché la mattina a volte per scendere le scale ci metto così tanta energia e altre invece no? Perché fare progetti mi fa così tanta paura? Perché a volte penso sia inutile farne? Avevo mille cose da fare e ne ho fatte solo cento. E se non fosse Lei la causa principale del mio malessere? Se Lei mi avesse semplicemente insegnato ad essere più “riflessiva”? Se dipendesse tutto dal mio rifiuto nei suoi confronti? Se tutti questi pensieri fossero inutili? Se bastasse vivere giorno per giorno, attimo per attimo?
Se la domenica mattina la smettessi di fare questi maledetti bilanci?
Io che mai accetterò Lei. Lei che ora è ferma dentro di me, ma io la sento muoversi in ogni istante. Questa domenica spende il sole ed io e lei insieme dovremmo andare a fare una passeggiata. Io dovrei mettere da parte lei, smettere di pensare, indossare un abito a fiori e andare al mare a respirare l’aria frizzante di questa domenica mattina.
A.
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Perchè? Perchè siamo carenti di fattore C.
E il fattore C è tutto in questa vita.
Sono domande che ci poniamo un po’ tutti
Ma tu devi vivere per quei momenti in cui ti senti bene, farà parte di te prima l accetti prima starai meglio
Ti capisco profondamente..mi pongo quotidianamente le tue domande da quasi 4 anni, ci convivo ma non la accetterò mai. Ora che ho perso anche l’unica persona che mi aveva permesso di sentirmi normale nonostante tutto, non so proprio come proseguirà la mia vita. Perciò forse rendi la domenica un qualsiasi giorno della settimana e cerca di vivere la tua vita ogni giorno nel miglior modo possibile.
Ormai, dopo 15 anni, i “perché ” sono meno frequenti.
Ho imparato a chiedermi “come posso…” ; stando così le “cose”, come posso continuare.
Non è facile! I “perché” sono sempre dietro l’angolo, ma cerco di farli diventare “come posso “.
Ad maiora semper.
Non ci sono risposte. Provo a sorridere e andare avanti. Credo che serva non chiudersi nelle domande ma cercare compagnia e divertirsi. Forse.
Se A è la persona della foto, personalmente la invidio. A me che piace il mare, una stradina tapezzata di fiori, sarei felice di percorerla ogni giorno. Lei è entrata nella mia vita qualche settimana fà, eral’anno 1995, dal 2003 iniezione intramuscolo settimanale; per distrarmi, il mio mare è a quadretti, faccio il volontario per tre associazioni. Sono in pensione dal lavoro ma gli impegni sono triplicati; non c’è obbligo di timbrare il cartellino ma Lei non ci penso. Lei fà la sua strada, io la mia; qualche difficoltà c’è ma sicuramente non sarà Lei a fermarmi. Saluti