Un conto è curarsi, un conto è vivere “con cura”. Un conto sono i sintomi, un conto le emozioni. La confessione a cuore aperto di una giovane con sclerosi multipla.
Mi curo!
Una pillola la mattina e una la sera.
La mattina bisogna assumerla con una colazione ricca di grassi per evitare brutali effetti collaterali.
Ma ciò mi permette di godermi una colazione al bar con cornetto insieme alle mie amiche, il tutto fatto con cura.
Ogni singolo attimo, ogni sensazione va vissuta con cura.
Ogni eccesso, che sia una felicità, una preoccupazione o ancor peggio una brutta notizia, io devo automaticamente regolare le mie emozioni.
Ogni tipo di eccesso può recarmi danno.
Con cura mi rapporto alla vita di tutti giorni, con cura scelgo le emozioni da sentire. Ho paura ogni qual volta non curo la “cosa”, inizia lo spossamento accompagnato subito dopo da un collasso.
Bisogna curarsi per vivere bene, ma non pensavo anche le emozioni…
Con la sclerosi multipla posso, anzi devo.
Non mi va di affrontare una ricaduta, non voglio iniettarmi in vena 1 grammo di cortisone per 5 lunghi giorni.
Così curo le mie emozioni volutamente, per non dare alito alla mia sclerosi, che dorme, almeno per il momento.
S.
Se vuoi condividere la tua storia scrivi a blog@giovanioltrelasm.it
Grazie
Cara S.,
interessante l’utilizzo che hai fatto del termine “cura, curarsi” per una malattia per cui non esistono cure ma solo terapie, per una malattia da cui non si può guarire ma solo tenere a bada.
E cosa fare con le emozioni? Bel macello anche quello. E’ vero hanno impatto, eccome. Ma tenere a bada, curare le emozioni è più complicato…ed è davvero la strada giusta? Chi può dirlo, vero?
Cara S., è proprio vero quello che scrivi, noi siamo costretti a dosare le nostre emozioni per non incorrere nelle temute ricadute. Nei primi periodi di SM (..sono sclerata dal 1991!), ricordo che non è stato semplice capire quale fosse il mio limite massimo di tensione emotiva. Poi, con l’esperienza, tutto è diventato più facile perché la nostra emotività comincia ad autoregolarsi semplicemente per spirito di sopravvivenza!. Diventiamo senza accorgercene un pò più distaccati per poter convivere con gli eventi a cui la vita ci sottopone. Ho capito che se permettiamo a questo innato PILOTA AUTOMATICO di funzionare (… tutti ne abbiamo in dotazione!) ce la possiamo fare alla grande! un abbraccio
Chiara
Ciao S!
Hai usato delle parole bellissime e ti ringrazio di questo.
Mi hai ricordato l’importanza di curarsi non solo con le medicine ma anche di curare i sentimenti. Una lezione che dovrebbe valere per tutti: sclerati o meno, perchè ne va della qualità. Certo, a volte può capitare di essere tristi o che succedano delle cose brutte ma va bene così, siamo umani e viviamo di emozioni.
La neurologa mi ricorda sempre di fare le cose con calma, di evitare lo stress e, leggendoti, ho l’impressione che concorderesti con lei.
Bisogna vivere bene, vivere di cure: mi ci son voluti anni per accettare il doversi misurare, contenere la frustrazione, la paura di non essere all’altezza e le difficoltà nel relazionarsi con gli altri (e se gli altri lo scoprono che faccio? la gente sarà disposta ad accettarmi?)
Trovo sia veramente complesso dover misurare le proprie emozioni, io con il tempo son diventato più pacato: ho capito dove iniziano i miei limiti e fin dove si posso spostare i paletti.
Non avere paura.
Lorenzo
Ps: con il tuo stesso farmaco restavo piegato in due per il mal di pancia e andavo giù di burro e fette biscottate.
Ps 2: mangia un cornetto anche per me! alla crema, grazie! 😉