Avere 24 anni e cercare di godersi ogni momento, nella tregua che dà la SM, sapendo rileggere quello che ti ha portato qui, e ringraziare per ogni sostegno ricevuto. Ecco cosa ci insegna G.
Non voglio stare qui a raccontarvi cose brutte della mia malattia, vorrei raccontarvi gli aspetti positivi, perché non sembra ma ce ne sono.
Mi chiamo G., ho 24 anni, e durante l’anno della mia terza superiore (a 17 anni) è arrivata la prima neurite ottica. Ricorderò sempre il momento in cui fu fatta la diagnosi: mi crollò il mondo addosso. Ricordo lo sguardo del medico, le sue parole e lo sguardo di mia mamma, che da buona infermiera sapeva già quale sarebbe stata la diagnosi, ma per evitare qualsiasi sbaglio non mi aveva detto nulla. Ringrazio qualsiasi santo o divinità per avermi donato una mamma come la mia, una roccia.
Ricorderò sempre il giorno del prelievo del liquor: “dottore mi scusi ma io ho comprato i biglietti per andare a Gardaland tra una settimana, potrò andarci?” “Se te la senti, puoi spaccare anche il mondo Giorgia.”
E io esattamente 7 giorni dopo quella visita, ero a Gardaland.
Ho avuto il periodo dell’accettazione, in cui mi hanno sbattuto porte in faccia, amici che mi hanno detto “spostati non vorrei che mi attaccassi la malattia”, ho avuto i momenti in cui pensavo che non avrei concluso niente dalla vita. Dopo la seconda ricaduta, avvenuta pochi mesi dopo la prima, mi sono resa conto però che sarei comunque stata io l’artefice della mia vita, avrei avuto solamente una palla di ferro attaccata al piede. Posso fare tutto ciò che voglio, magari con qualche difficoltà, ma decido io cosa fare della mia vita.
Ho la fortuna di avere una mamma con i contro co****ni, quelle donne tutte d’un pezzo che non mollano mai, soprattutto per i figli. Ho una sorella che sdrammatizza e fa battute sulla mia malattia, ma è anche la prima che si preoccupa, la adoro per il suo modo di affrontare la cosa. E poi c’è il lato dolce, apprensivo e buono del mio papà, che è sempre super preoccupato e in pensiero per me, ma come biasimarlo.
Ho una migliore amica che non mi hai mollato, soprattutto nel periodo più buio, e che ha già detto che se dovrà spingerà la mia carrozzina, e sono sicura che lo farà.
Amo andare ai concerti, uscire con i miei amici, stare in piedi ore e ore sotto al sole, gli aperitivi lunghissimi.
Sto per diventare Operatrice socio sanitaria, voglio tornare a lavorare con i disabili.
Non nascondo di avere momenti no, ma cerco di non pensare troppo alla malattia, non voglio che mi logori il cervello più di quanto già non faccia lei di suo. Prendo la mia pastiglia di dimetilfumarato due volte al dì, e poi ricomincia la mia vita.
Non voglio avere paletti perché sono malata.
Sono passati 7 anni dalla diagnosi e sto bene: non voglio pensare al futuro, a ciò che sarà. Mi godo il momento, l’istante e i momenti di calma che la malattia mi sta dando. Spero duri per molto questo momento, ma come si dice dalle mie parti “sarà quel che Dio vorrà.”
Vi abbraccio tutti, vi leggo e vi sostengo! Non fatevi schiacciare prima del tempo da questa bastarda, godetevela finché si può!
G.
Grazie x la tua storia…..bellissimo il modo in cui stai affrontando questa malattia…..condividiamo la passione x il lavoro, anche io faccio assistenza ad anziani e disabili, è bellissimo poter aiutare gli altri, ho iniziato il corso OSS da un paio di mesi con tante critiche da parte degli altri che continuano a ripetere ” ma non puoi, hai la sclerosi multipla, non è il caso che fai questo tipo di lavoro” che tristezza, quanta ignoranza…..grazie ancora sei la dimostrazione che non dobbiamo darla vinta alla “bastarda” come dici te dobbiamo essere più forti di lei!!!!
Buon giorno sono Gionni.con la sm da16 anni.la Sm ti prende tutto devi solo aspettare.e devi fermarti e riflettere su cosa fare.
Sono ben cosciente del fatto che prima o poi questa pausa della malattia finirà, ma per ora preferisco godermela, finché possi