Evento Giovani oltre la SM 2024

Odiavo correre, oggi vorrei farlo all’infinito

Quando facevo judo agonistico, odiavo andare a correre. Nel mese di agosto, la palestra chiudeva e per rimanere in forma, il mio allenatore mi lasciava dei circuiti da fare e 40 minuti di corsa sostenuta. Odiavo ogni singolo minuto di quella corsa. Sul lungomare, alle 7 di sera, mio papà mi seguiva in bicicletta e io contavo i minuti alla fine. Ora la situazione si è capovolta: vorrei poter correre all’infinito, sentire ogni singolo sforzo del mio corpo e ogni goccia di sudore.

Dopo la ricaduta grave che ho avuto circa 3 anni fa e che ha portato alla diagnosi, non è tornato tutto come prima. Quella ricaduta ha marcato uno stacco netto fra l’Adele prima e quella dopo. Il mio corpo è cambiato. Mi guardavo allo specchio e vedevo la stessa persona, gli stessi occhi, le stesse mani, le stesse gambe ma quello che sentivo era diverso. Mi sembrava di essere ancora scoordinata, traballante nonostante il cortisone e le lesioni ormai spente. Così prima di prendere coraggio e provare a correre sono passati diversi mesi. Credo avessi paura di affrontare la realtà e di quello che mi avrebbe potuto rivelare. Avevo paura di prendermi un palo in faccia e rimanere stordita per la botta. Non so quale sia stato il punto di svolta. Forse avevo solo bisogno di tempo. Un pomeriggio andai al parco con mia sorella e provai a correre. Corsi pochissimo, nemmeno un minuto, ma in quel momento non desideravo altro, ero al settimo cielo. Dopo mesi e paure, ero tornata a sentire le sensazioni di un gesto che avevo tanto odiato ma che mi fa sentire viva: il vento in faccia, i muscoli che lavorano, il fiatone che inizia a salire. È stato bellissimo, ancora adesso riesco a sentire i brividi sulla mia pelle.

Sono tornata al parco altre volte e ho provato di nuovo a correre. Pian piano, brevi tratti di corsa e poi camminata veloce. Oggi però è stato diverso. Ho corso un rettilineo cercando di andare più forte possibile. Il mio cervello gridava alle mie gambe di andare, di muoversi ma più di tanto non riuscivano. Mi sono fermata, mi sono passata la mani fra i capelli e sono scoppiata a piangere. Per la prima volta, in questi 3 anni, ho avuto la piena consapevolezza che non riuscirò più a correre come una volta, che l’Adele veloce e resistente non esiste più. Quell’Adele è un’immagine nella mia mente, sempre più sbiadita e rovinata. Anche oggi quando sono tornata a casa, mi sono guardata allo specchio: ho guardato il mio corpo guasto e mi sono immaginata il mio sistema nervoso con tutte le placche delle lesioni. Ho pensato che se l’avessi saputo, avrei fatto un’indigestione di corsa prima che la SM esplodesse dentro di me. Avrei voluto la macchina del tempo per tornare a sentire com’ero. Ma la macchina del tempo non esiste, ho solo la memoria. Ho fatto uno spazietto nel mucchio dei ricordi e ho incorniciato l’Adele veloce e resistente. Voglio conservarla bene, sarà viva dentro di me fin quando lo sarò io. Il ricordo di quel che ero e facevo non mi dovrà far più piangere o intristire ma lo dovrò guardare come qualcosa di prezioso. Quei momenti sono esistiti, è stato tutto vero, e anche se non è stato per sempre, il mio io lo ha vissuto. Tenere tutto dentro di me ed essere grata di quello che ricevo. Gustare ogni piccola cosa, ogni sguardo alla Luna, ogni nuotata alla boa, ogni braccio stretto. Tenere tutto in bocca come una caramella e poi farlo sciogliere lentamente. Ogni caramella potrebbe essere l’ultima, l’amaro è dietro l’angolo: è questa la cosa più grande che la sclerosi multipla mi ha insegnato, non posso dimenticarlo.

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9 commenti

  1. Sono emiliana. Io come te ho ricevuto la diagnosi 3 anni fa. Ero una grande sportiva. Ho giocato a pallavolo, corsa, spinning chi più ne ha più ne metta! Se potessi tornare indietro farei ancora di più ! Adesso se faccio mezza corsetta, credo di aver fatto la scalata del monte Everest. La tua storia è veramente molto simile alla mia. Adesso ho compiuto 40 anni, e sto facendo di tutto per far nascere una nuova persona., più forte di prima. Un abbraccio

  2. Ciao Adele la tua storia assomiglia alla mia non al tuo stesso livello agonistico ma alla voglia matta di fare quella stupenda disciplina che era il Judo, ho iniziato a star male nel 1994 ed ho iniziato anch’io ad avere gli stessi sintomi con la paura di cadere, ma sai cosa ho fatto principessa me ne sono sbattuto le scatole ed ho detto dentro me o io o lei ed mi sono messo a correre mattina dopo mattina dicendo o mi scoppia il cuore o vinco io, ed ho vinto io, e correvo correvo mattina dopo mattina, andavo la mattina presto, con la pioggia col freddo non me ne fregava nulla preferivo morire che darla vinta a lei, adesso ho 50 anni e diciamo che il mio corpo fisicamente sta cedendo, ma quando ho ricadute mi curo e continuo con la mia vita ma a lei non l’ho data mai vinta credimi principessa ed non mollare nemmeno tu, perchè tu sei più forte di lei, e glie lo devi dimostrare alla stronza, xkè lei non vale nulla di nulla. Quei ricordi riappaiono anche dentro me e ne sono soddisfatto ad averli fatti, si è vero che non possiamo tornare indietro ma godiamo quello che ci offre adesso la vita ed apprezziamola xkè la vita è bella brutta o bella impariamo come fare di buono di questa patologia, ci fa apprezzare la bellezza di prima, ed è bello ho girato ho avuto le mie soddisfazioni, è la tua vita non della SM non dargliela mai vinta, queste parole forse te le posso dire io perchè le ho vissute prima di te, ma non arrenderti mai mai e poi mai forse chissà un giorno troveranno la cura e potrai tornare a correre ed anche fare Judo non tanto x me che sono già un pò vecchiotto ma x voi è giusto io la mia vita l’ho quasi fatta, e se potessi tornare indietro rifarei tutto quello che ho fatto credimi, non ti conosco ma ti voglio un bene enorme perchè la vita che abbiamo è questa e dobbiamo tenercela così come c’è stata data, è bellissimo come c’è stata data primis dai nostri genitori, ed io che sono credente Dio ce la data ma il suo percorso non è lui che lo ha deciso è venuto, e dobbiamo far vedere che ne siamo altezza di viverla, ciao principessa ti auguro tutta la forza del mondo e ricorda non mollare mai xkè noi siamo più forti di lei.

  3. Cornelia Gasparin Reply to Cornelia

    Adele, cara, quando ti cade una tegola in testa come la sm la vita cambia colore, musica, progetto. La sensazione è che la vita non ti appartenga più, non ti assomigli più. Non sai più cosa fare, come fare. Ti arrabbi, ma con chi? Con la sm? Ma lei è già qui, è dentro di me, di te, ma il nostro corpo non è per questo guasto. Non dobbiamo sbagliare e accontentarci di una vita che è meno di quello che siamo e di quello che siamo capaci di vivere. Possiamo fare ancora molto , certamente io non posso e non potrò fare molte altre cose, il mio corpo ha dei limiti che devo ma anche voglio rispettare. Adele, prova ad aprire altre finestre vedrai altri panorami, altri colori, altri profumi, altri progetti e, se guardi bene, non sono per niente male . Certamente sono diversi anche molto diversi e se continui a confrontarli con quelli di prima tendono a sbiadire, a rimpicciolirsi a silenziarsi. Non farlo. Dai, forza

  4. Quanto ti capisco…. da pallavolista di serie b ad una che non riesce neanche più a correre… e fa male, tanto male… Ma la vita mi ha donato un sogno bellissimo che è mio figlio e va bene così… un abbraccio

  5. Che bello … come siete felici e contenti… questo perche’ camminate ancora…siete solo fortunati e basta. auguri

  6. Claudio Conforti Reply to Claudio

    Prima di tutto non sono più giovane e anche quando ho avuto la diagnosi non lo ero più. Per quest sono molto colpito dalla tua storia, Adele, e da quelle di altri giovani, per il coraggio con cui affrontate la vita e sapete comunicare tanta serenità e fiducia.

  7. Ciao!
    Leggere le tue parole mi ha fatto rivivere tanti momenti, mi sembravano parole mie…!
    Anche io avevo un’attività fisica veramente notevole, per MIA scelta, prima che arrivasse “lei”…, Mi manca tanto spingermi e spremermi come una spugna, inzupparmi di sudore per aver potuto dare il mio 200% senza fermarmi prima che le batterie fossero completamente esaurite…
    Ma cerco di vedere la situazione non come un limite che mi impedisce di raggiungere traguardi e obiettivi che mi ponevo e raggiungevo prima, bensì come uno stimolo per cercare di raggiungere obiettivi diversi che siano alla mia portata….!
    Io non so darti la cosiddetta soluzione alle difficoltà, ma sono certo nel dirti che ognuno di noi riesce a trovare un nuovo equilibrio delle cose, da solo senza che nessuno gli indichi la strada, senza tempi e canoni da rispettare perché ognuno ha il suo “ritmo”!
    Io dopo anni ho capito che non posso raggiungere gli stessi obiettivi di prima, ma che posso raggiungere e conseguire dei traguardi differenti ma altrettanto validi!
    Ti auguro un enorme In bocca al lupo per questa “avventura”!
    Ciao!

  8. Ciao a tutti io sclerosi multipla,ho un fratello con sclerosi multipla, qualcuno di voi ha fatto vaccino Moderna? Potete dirmi qualcosa? Vi ringrazio amici.

  9. Ciao Adele,

    probabilmente sono di una o due generazioni prima della tua.
    Mai stato agonista, ho quasi sempre fatto sport da solo, probabilmente commettendo errori assurdi, nessuno correva lento come me.
    Mi piaceva molto anche nuotare, ho fatto anni di kick boxing (lì le prendevo solamente), ma credo di essere sempre stato malato, tante cose su cui scherzavo anche io, oltre ovviamente ai miei amici in modo feroce, ora sono catalogate come sintomi, segni…
    Però pur nella “vergogna” le cose le ho fatte, 15 anni fa ero sul Giro del Sella, non so come senza farmi male, ed ora mentre i miei bambini sono col maestro io mi faccio la mia pistababy-pisolino-pistababy-pisolino.
    Mi girarno enormemente ripensando alla rossa accanto alla Gran Risa che facevo d’un fiato a velocità smodata (per me) arrivado a La Villa, per me la pista da sci perfetta, ora mi devo accontentare quando possibile di poche piste baby che però possono esitere solo grazie al passato. Ora imparare a sciare sarebbe davvero impossibile.

    Essendo ottimista in modo imbarazzante, ho notato che scio meglio ora sapendo che la gamba sx non ha forza e la dx non ha sensibilità, prima facevo delle cadute che sono rimaste nella storia senza capire come e perchè, ora in quei pochi minuti non cado più.
    Ricordo amici atleti che non si capacitavano e mi offendevano pensando che lo facessi apposta, per i professori di ginnastica ero solo uno svogliato da ignorare che andava benino nel resto quindi perchè sudare?

    Ci è capitata una sfortuna esagerata, ma tutto quello sport che io facevo malissimo, è un capitale che nella sfortuna ci permetterà di vivere molto meglio, non hai solo memoria che non è poco perchè i ricordi ciò ci ha fatto come siamo, hai la certezza di stare molto meglio di come saresti stata come campionessa di divano-agonistico.
    Chiaramente il fisico ha dei problemi, ma l’essere felice e realizzarti è una cosa che dipende solo da te, non dalle condizioni al contorno. Come per il fisico anche il carattere di un’agonista aiuta, io non lo sono mai stato e mi è sempre mancato lo sprint degli ultimi metri, io messo all’angolo cerco un compromesso e non sempre è la scelta migliore.

    Non ti fermare, metti solo l’asticella all’altezza giusta

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