La storia di una diagnosi e di un sogno che rischiava di sfumare a causa della sclerosi multipla. Ma questa testimonianza ci dice che non bisogna mai smettere di inseguire i propri sogni.
Ho 23 anni e da dicembre 2018 convivo con la sclerosi multipla.
Che nome bizzarro per definire una malattia.
Iniziò tutto nel 2013 ma nessuno se ne accorse e io continuai dopo quei piccoli disturbi alla vista, la mia vita come se nulla fosse.
Quando nell’estate 2018 si presentarono nuovi sintomi, non diedi loro peso e continuai tranquillamente la mia vita perché:
‘’Tanto poi passano, sarà un po’ di stress e stanchezza dovuto al lavoro’’.
Infatti passarono da soli nel giro di una decina di giorni perché è questa la Sierra Mike, come la chiamo io. Lei è lì, silente finché non decide di farsi sentire e poi forse sparisce da sola.
Arrivò novembre e con lui la comparsa di nuovi sintomi che scambiati per una sciatalgia, mi feci prescrivere le punture ma ovviamente non fecero effetto.
‘’Ti prescrivo una visita neurologica d’urgenza’’ mi disse il medico, due settimane dopo la comparsa dei nuovi sintomi.
Prima di lasciare lo studio gli chiesi: ‘’Dottore, ma lei sospetta qualcosa?’’, mi fece intendere di sì ma che non spettava a lui dirmelo.
Due giorni dopo mi ritrovai in ambulatorio con la neurologa la quale al termine della visita mi disse: ‘’Sei un caso da studiare bene, preferirei tenerti qui’’.
Io ho sempre voluto fare il pilota di linea, quello era l’obiettivo della mia vita e l’indomani avrei sostenuto un pre-esame pratico prima di accedere all’esame vero e proprio per il conseguimento della licenza di pilota privato.
Tutto sfumato perché ‘’quella’’ dottoressa, che ora ringrazio come non mai, voleva che restassi lì, nonostante io stessi bene e poi dài, cosa c’era che non andava? Io dovevo diventare pilota, il mio posto è in cielo, tra le nuvole, non in ospedale a farmi rivoltare come un calzino.
Dopo dieci giorni di ricovero e una serie di esami, il 07 dicembre venni dimesso.
La lettera di dimissione recitava ‘’diagnosi: sclerosi multipla – recidivante remittente“.
Mi son detto c’è di peggio e di fatto è così, ho riso quando i medici me lo hanno comunicato ma una volta a casa piansi, non tanto per la Sierra Mike perché dopo quei cinque grammi di cortisone stavo bene, ma perché io dovevo diventare pilota, avevo un obiettivo e qualcosa me lo stava impedendo.
Non smettere di crederci è sempre stato il mio motto e io non ho smesso di crederci, nessuno di noi deve smettere di crederci, di credere nei propri sogni. La Sierra Mike potrà anche metterci i bastoni tra le ruote, indebolirci, ma dobbiamo essere forti e continuare ad andare avanti.
Dopo qualche mese di ritardo, portai a casa la mia tanto desiderata licenza di pilota privato ma con essa decisi di smettere di volare come pilota.
La vita a volte ci porta a compromessi, spesso difficili ma io sono felice così. Sono riuscito a coronare in parte il sogno di una vita e questo è l’importante.
Il mio augurio per tutti noi è quello di riuscire a raggiungere i nostri obiettivi, di averne sempre di nuovi e non lasciarci mai scoraggiare perché noi siamo più forti.
Ora tutta avanti verso il prossimo obiettivo.
Se vuoi condividere la tua storia con noi scrivi a blog@giovanioltrelasm.it
Tutto quello che possiamo fare e sognare.
fra i sogni e la realtà esiste un ponte, e quel ponte lo dobbiamo costruire noi, portando i sogni a divenire realtà.
i sogni sono fatti per essere realizzati!!
Ciao Federico,
Sono d’accordo , a volte bisogna avere quel tanto di determinazione in più affinchè si riesca ad oltrepassare quel ponte che dici tu. Non sempre è così facile però
Un abbraccio
Ciao Giovanni,
o ho il tuo stesso problema da ormai 15 anni e ne ho 47 ora, ma ho sempre girato il mondo a testa alta con le mie punture e via!! Ora mi sono deciso a fare il primo volo in aliante per poi iscrivermi al corso, l’unico dubbio è la visita medica. Se hai consigli, scrivimi pure in privato! W la vita!