Evento Giovani oltre la SM 2024

Il veterano

cammino

“Venga signora. Questo è il suo lettino. La mettiamo qui accanto a Gianluca”. Un sorriso affettuoso, anche un pochino imbarazzato. La signora è tesa e agitata. Non so a cosa deve sottoporsi. Credo cortisone. Ma poi nel mentre si sistema sul suo lettino l’infermiera rientra in sala. “Allora Signora come sta oggi?”. “Un po’ agitata”, risponde. Capisco allora che non è lì per il cortisone. Di solito chi fa cortisone è gia abituato all’abbraccio mellifluo di quel farmaco e appare non dico quasi rassegnato ma per quanto nervoso comunque abituato, lo si riconosce dallo sguardo e a volte dalle guance arrossate. Comprendo in un attimo che la signora è in procinto di iniziare una nuova terapia. Oramai dopo anni di ospedalizzazioni si riescono a leggere le situazioni, gli sguardi dei tuoi vicini e al limite anche il loro respiro. Spesso mi accade di cercare di leggere le espressioni dei singoli volti.

Non dico nulla. Non voglio innervosirla. Sono molto più piccolo di lei eppure qualcosa mi dice di esser più anziano nell’esperienza. “Vede? L’abbiamo messa vicino a Gianluca, lui è un veterano di molte terapie e di molti anni”. Mi scappa un sorriso. Non faccio caso a quelle parole. Poi un lampo illumina la mente. Veterano, che strano. Amando i romanzi storici ho letto molti racconti che ritraevano le gesta dei veterani delle legioni romane. Li avevo amati e apprezzati. Soldati fedeli e intramontabili guerrieri di mille battaglie. Ma non avevo mai applicato quella parola su di me. Effettivamente pensai che chi combatte contro una qualsiasi bestia che improvvisamente aggredisce la propria vita diventa un guerriero. Ma esistono diverse tipologie di guerrieri. Coloro che sguainando la spada attaccano frontalmente il nemico, coloro che temporeggiano, coloro che si richiudono in un assedio e così via. Nessuno penso ha il diritto di giudicare il modo di combattere di un’altra persona, di un altro soldato che nella vita incontrando le legioni della bestia in ogni caso si appresta a diventare un veterano anche lui.

Iniziando a parlare la signora mi dice di come le prime terapie con interferone non abbiano avuto l’effetto desiderato. Anzi molte volte gli effetti collaterali pesavano nella vita di tutti i giorni. Quante volte ho sentito questi discorsi? Tante, forse troppe. Alla lunga ogni discorso ripetuto troppe volte finisce per stancare. Eppure c’è sempre stato qualcosa di diabolico nei racconti tra pazienti seduti sui lettini sottoposti alle terapie, qualcosa che ogni volta trasforma il solito discorso in qualche cosa di nuovo.

Così pensando più profondamente mi accorgo: “Ecco cosa potrebbe voler dire essere veterano”. Oltre agli innumerevoli buchi che la nostra pelle ha sopportato, oltre tutti gli sfregi che le nostre instancabili vene hanno subito, veterano vuol dire sapere a memoria qualsiasi tratto dell’esperienza di un compagno di lotta ma viverla sempre come fosse la prima volta. Ogni volta infatti emergono quasi per incantesimo particolari nuovi, qualcosa che precedentemente era sfuggito. Veterano vuol dire anche aver affrontato molte terapie, aver sentito sopra e sotto la pelle anche i loro immancabili effetti collaterali, essere diventato capace di sopportare nel proprio animo una condizione ben precisa, quella di essere cosciente che talvolta molto spesso per poter stare “bene” si deve essere disposti a stare anche un pochino male. Alla fine io ho otto anni di esperienza alle spalle. La signora a fianco a me solo 2. È più grande di me di circa 10 anni. Eppure il più vecchio sono io. Come è strana la vita. L’età anagrafica su quel lettino non conta, sparisce si trasforma. Conta solo il numero di buchi, il numero di prove fatte, il numero di sensazioni vissute ma soprattutto l’acquisizione di quella assurda capacità di non stancarsi mai nel riascoltare quello che tu stesso hai vissuto migliaia di volte e che paradossalmente anche non volendone più sentire parlare, le riascolti come mai fatto prima.

Però una cosa fa male nell’essere veterano. Nonostante l’aver conquistato sul campo questa condizione mi accorgo di come ogni volta tramite i racconti del nuovo compagno di letto purtroppo quegli otto lunghi anni sembrano non essere mai passati. Ecco purtroppo il lato triste dell’essere un veterano, quello di domandarsi alla fine della chiacchierata se sono o non sono passati davvero questi otto anni. Così capisci che nonostante il tempo abbia fatto il suo decorso, le battaglie combattute, le tue vene indurite, ogni volta che metti piede in quella stanza è sempre quasi come fosse la prima volta. E così anche il veterano, tutte le volte, dietro uno sguardo fiero, torna un po’ a piangere. Credo che lo farà nonostante ha saputo strappare molte vittorie fin quando realmente non avrà deposto la spada perché finalmente la guerra è finita.

 

Gianluca Menichetti

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11 commenti

  1. Gianluca che testimonianza, che sguardo profondo, grazie. Io di anni da “guerriera” ne ho quasi 20 alle spalle. Eppure sì, su quel lettino, a parlare con le persone, è sempre come la prima volta.

  2. Cecilia Campaniello Reply to Cecilia

    Nella speranza che tutti noi deporremmo presto le armi, ringrazio AISM e te per farmi sentire parte di una lotta COLLETTIVA!

  3. Bel post…davvero

  4. Grazie Gianluca per questo post…è bellissimo,ma non so trovare le parole per dirti quanto e come lo condivido…e allora ti mando solo un grande abbraccio…fra veterani!colleghi di buchi,lividi,boli,terapie,di lotte,battaglie,avanzate e ritirate…colleghi di vita,insomma! 😉

  5. L’esperienza è una bella cosa. Io con la mia maledetta primaria progressiva non la conosco. Perché non si può farci niente, perché “no attacchi: no party”, perché le mie risonanze sono sovrapponibili (dillo al mio ginocchio!). E allora aspetto… aspetto che peggiori, ma con che velocità? E chi lo sa? Magari accelera, poi rallenta. Addirittura torna indietro (non è possibile? E allora me l’invento che a volte sto un po’ meglio!)
    Dopo due anni e mezzo non sono un veterano, ma navigo “a vista” aspettando che il nemico faccia le sue mosse e sperando di accorgermene per tempo.
    Scusate se spesso vado fuori argomento, ma scrivere è un bello sfogo per me.
    Ciao!

    • Ciao Paolo anche io sono un Primario Progressivo infatti anche io mi rendo conto di non capire tutti sti ragazzi che si bombardano di interferone. Si molti sono Veterani ma anche noi abbiamo i nostri maledetti dubbi. Sai molte volte mi impongo. Vince e’ un malato che non vuol dire sempre essere alla fine ma purtroppo noi non abbiamo attacchi ne alti e bassi. Almeno loro possono curarsi sempre e come vogliono invece noi stiamo li fermi come statue e aspettiamo…aspettiamo. Boo non lo so se stanno meglio loro o noi. io so solo che quello che ero prima me lo devo dimenticare. Ma io sono un novellino della SM ed e’ ancora dura accettare Sua Maesta’ ( come mi ha detto una mia nuova amica sclerata). Ciao

  6. un applauso!!!
    una strepitosa immagine!!
    Grazie

  7. elena ancona Reply to elena

    Ciao Gianluca, sono anch’io una veterana. Sono ormai 20 anni che convivo con la bestia. Per quanto le mie braccia sono stanche di buchi, lividi, terapie d’ogni genere…io non demordo mai! Il mio scopo primario è vivere nonostante le difficoltà. E’ una dura e lunga battaglia interminabile che perseguo con un nemico alquanto assurdo e sprezzante. E finché sarò viva il mio motto sarà “CARPE DIEM”. Allora coraggio veterano “NON ARRENDERTI MAI”
    Ti mando un grossissimo abbraccio!

  8. Ciao sono Giovanna entrata a far parte del “team” da 3 mesi.
    E sì conto i mesi nemmeno se avessi incontrato un bel giovanotto e mi ci fossi fidanzata. ..invece no ho conosciuto purtroppo questa bestia che spero nn riesca a rovinarmi troppo la vita.
    Paure, dubbi, nn immaginare come potrà essere il mio futuro a una come me che era abituata a programmare ogni minuto della propria giornata sembra assurdo.
    Spero che nn mi incasini troppo i programmi però questo intoppo che mi ha intralciato la strada e di percorrere ancora una lunga strada con queste gambe stanche e doloranti.

  9. Gianluca è stupendo…da veterano ti capisco….ma la domanda che accompagna la mia vita è…quando riusciremo a deporre la spada e in che modo…????ti abbraccio forte….da un veterano da 12 anni….

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