L’Evento GiovanioltrelaSM è terminato da poco e come sempre ci ha inondato di emozioni. Se vuoi vedere i i video li trovi qui. Insieme a noi c’era Rita, che ci ha regalato questi suoi pensieri bellissimi sulle giornate dell’incontro.
L’evento GiovanioltrelaSM è un’esperienza che porta con sé un’identità trasformata.
Si entra gelosi del proprio dolore, chiusi nella solitudine, e si esce con le braccia indolenzite dagli abbracci scambiati.
In meno di 48 ore mi sono immersa in un viaggio straordinario, quello di vite che si espandono oltre le risonanze, le iniezioni, le ricadute.
Ho ascoltato racconti di coraggio e resistenza. La storia di chi salpa nonostante la paura di un corpo che tradisce e senza preavviso diventa prigione: di dottorati in Francia e imminenti viaggi in Sud Africa. Mi sono commossa al racconto di chi ha trasformato la diagnosi in un’occasione per planare leggero sulle insicurezze assecondando dopo molto tempo la sua passione per la musica.
Ho incontrato una bambina, armata di pennarelli e di un sorriso smagliante. Tre anni fa, durante l’evento, la madre ci aveva sorpreso annunciandoci il suo esordio, ora è pronta a diventare sorella maggiore.
Perché la genitorialità non è un dovere, ma un diritto a cui non deve ostare la paura di essere troppo fragili, ho sempre pensato che la sclerosi multipla non fosse un limite, ma anzi richiedesse il valore aggiunto della consapevolezza e della cura di sé.
Ho ascoltato e vissuto il racconto di un giovane uomo che, nel pieno della vulnerabilità del suo corpo, ha chiesto alla sua compagna di condividere una vita insieme, sotto le note di un concerto dei Coldplay, celebrando l’etimologia del termine amore, a- mors.
E poi ho applaudito rumorosamente Francesca Mannocchi, che racconta le zone di guerra, le sue e quelle del mondo, senza mai abbassare lo sguardo.
Ho ascoltato storie di dolore che si trasformano in luce e ho stretto forte le mani del volontario che ha trasformato le mie ferite in feritoie, esattamente a un evento organizzato da AISM i nostri sguardi si sono incontrati e ora guardano in una stessa direzione.
A Roma non c’era traccia di “ragazzi malati”, ma persone che vivono, creano e si raccontano con un’intensità che illumina chiunque li incontri. E cosi l’evento “nuove prospettive” non mi ha dato solo risposte, ma anche domande.
Una domanda su tutte: e se, invece di lasciare che l’olocausto dei numeri mi definisca come “fuori tempo” – perché a 29 anni dovrei essere già perfettamente incasellata in un ruolo nel mondo – e oltrepassando le etichette che tentano di ridurmi a “la donna con la sclerosi multipla”, decidessi di trasformare il destino in una destinazione?
Rita
Se anche tu vuoi condividere le tue esperienze su queste pagine scrivi a blog@giovanioltrelasm.it
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