Non manca troppo a martedì grasso… e le settimane che lo precedono portano in tutte le città colori, bambini in festa, risate, scherzi e svariati alterego!
Quando ero piccola ricordo con esattezza la maschera, o meglio il costume di carnevale che ho desiderato, non appena lo vidi al cinema nel 1995 ormai (woow!) e ottenuto qualche anno dopo: il costume da Woody di Toy Story, fatto a mano da Mamma e preciso in ogni singolo particolare.
Per quelle settimane freddolose, avevo la possibilità di essere il mio personaggio preferito!
Crescendo ed affrontando svariate situazioni ho imparato che il Carnevale inteso come “periodo durante il quale poter esser qualcun altro” trascende una data sul calendario: Carnevale è ogni giorno!
Già! C’è pieno di maschere in giro dietro cui nascondersi, dietro cui poter esser ciò che non si è! E se ne trovano davvero di tutti i tipi, colori e forme!
C’è chi indossa una maschera con scopi ben precisi e spesso distruttivi; altre volte ci si ripara dietro il “fingere” perché non si riesce a far altrimenti senza necessariamente fare del male… agli altri, almeno 😉
Io in primis ne ho una collezione non trascurabile (non tanto quantitativamente, quanto qualitativamente!)
Ogni volta che mi si presenta una situazione che reputo difficile, indosso la Maschera della Forza: questa ti dà quella spinta iniziale, dalla quale poi riesci ad andare avanti per moto uniformemente accelerato o per inerzia e quindi iniziare, continuare e terminare ciò che stai facendo (un esame in università, chiedere un’informazione ad un negoziante, fare un qualcosa di nuovo, buttarsi dentro il solenoide che da vita al campo magnetico della macchina per la risonanza…).
Forse è la maschera che tento di non togliermi mai, un po’ per abitudine ormai, un po’ perché è molto più semplice lasciarla lì.
Indosso spesso anche quella del Menefreghismo… Menefreghismo per tutte quelle cose che altrimenti non riuscirei a farmi andar giù: delusioni, fallimenti, errori.
Alla maschera del Menefreghismo è quasi sempre collegata anche quella della Rabbia, che diventa esteriore solo in situazioni abbastanza gestibili (e quindi di rado riesco ad indossarla), mentre per tutta l’altra ampia gamma di eventi non direttamente risolvibili/accessibili, diventa interiore.
Penso alla trafila per la visita in commissione medica, alle risposte per nulla esaurienti e per nulla personalizzate che mi sono state fornite, all’aver “congelato” questa battaglia (che è inutile dire, non dovrebbe esser definita così) rifugiandomi solo in odio verso le istituzioni coinvolte ed inaccessibili (anche fisicamente!), che sicuramente in un futuro scongelerò, non appena riuscirò a costruirmi la Maschera ideale.
Un’altra della mia collezione è la Maschera Burlona, presente in tutte quelle situazioni che mi creano imbarazzo o in quelle che mi spaventano: una battuta qui, una freddura di là ed è come se si placcassero (almeno momentaneamente!) quelle sensazioni tipo “E ora che gli rispondo? Che faccio?!”
Le mie Maschere servono a questo. A riuscire a cavarmela in ogni situazione, soprattutto a livello emotivo e rappresentano i muri che tendo ad erigere per far sì che quel piccolo essere immerso, nemmeno in toto, in quell’enormità di mondo e di difficoltà varie riesca a vivere al meglio!
È giusto? È sbagliato? Dipende… dipende dalla consapevolezza di indossarle e soprattutto dall’uso che se ne vuol fare 😉
Ma ora tocca a te! Quale Maschera di non-carnevale indossi?! 😀
Woody di toy story la tua maschera da bambina!!!! Io avevo già 12 anni 🙁 bon son vecchia, la mia prima maschera da bimba è stato arlecchino pensa te! Crescendo trovi un altro significato al mascherarsi, forse per me la maschera più difficile da crearmi è quella della serenità…….. brava giovane!!!!
Ila, ma sai che se non erro, anche il mio primo costume era proprio Arlecchino? Ho giusto cambiato un po’ rotta crescendo, passando dal “Classico” al “Preferito”!
Già, la Maschera della Serenità è bella rara… Ma penso che se si cerca bene, la si possa trovare da qualche parte!!! 😉
Io non avevo una maschera preferita da piccola bene o male non so …forse sarebbe stato meglio averne una.
In realtà ho imparato ad averle e oggi spesso indosso quella della forza e della felicità ma non per questo il mio Io si sente forte e felice, ma sono convinta che se cerco di essere forte e felice, il mio umore, e i miei eventuali lamenti possano essere meno ‘pesanti’ di quanto la vita, in ogni suo aspetto, possa presentarmi.
Le maschere servono a ciascuno di noi, e come hai detto tu, dipende SEMPRE dalla consapevolezza di indossarle e soprattutto dall’uso che se ne vuol fare.
La maschera che indosso maggiormente e quella del menefreghista…. per riuscire ad affrontare i problemi che la signora (sclerosi multipla) ci regala ogni giorno . Ahahahhahaha si proprio lei. Usare questa maschera mi permette di far si che i miei figli vedano il loro padre sempre sorridente e presente per loro 🙂
Io negli anni ho scoperto di avere addosso una cosa tipo la maschera di the masc che non riesci a levarla perché è appiccicata alla tua faccia. Ultimamente sto piano piano riuscendo a scollarla..ma che fatica.. 🙂 comunque Toy Story è uno dei miei cartoni preferiti e quando è uscito avevo dieci anni. Ora ne ho qualcuno di più.. Ma quando voglio tornare bambina penso spesso all’imperatore Zurg, ad Andy e alla sua camera con le nuvole sulle pareti..a Baz e a mr Poteto.. Così per farmi venire un sorriso mi dico.. “Ho un serpente nello stivale”. 😛
La maschera che tutti i giorni uso è quella che mi permette di nascondere la
mia schifo di malattia agli altri!!!
Ti capisco…..io indosso la stessa da quasi 8 anni…..all’inizio la indossi solo pperchè vuoi capire cosa sta succedendo prima di spiegarlo agli altri….poi inizi a temere il loro pensiero e continui a tenerla….e poi inizia anche lei a fare così parte di te che ti sembra quasi impossibile vivere senza
Di solito le maschere servono per proteggerti….ma questa a differenza delle altre è distruttiva…..
Buongiorno a tutti,
io non indosso nessuna maschera, neanche da bambino, forse perchè il carnevale per mè si riduce a frappe e castagnole (sono molto goloso).
Ma non mi permetto di giudicare chi vuole indossarle, ma credo che da quando sono nato faccio parte dell’immenso cast di attori che ogni giorno và in scena sul palco della vita. Non sono un primo attore, sò di essere solo una comparsa ma sono IO senza maschere da mettermi di fronte al pietismo e ai “oh poverino” che le altre comparse mi rivolgono quando gli dico – ho la sclerosi multipla da 24 anni – a viso aperto e tranquillo. Combatto contro un nemico che se vuole far male lo sà fare molto bene e quando vuole, ma continuo a combattere con l’elmetto, sicuramente, ma senza maschere. I pagliacci lo lascio fare a tutti coloro che non sanno neanche indossarle.
Ciao e continuiamo a combattere.
La cosa più spettacolare di Te è che il tuo cuore non è mascherato per nulla ed è un cuore puro e immenso nel quale vive tutta la tua bontà! Forse per persone come noi (e mi ci metto in mezzo anch io, perchè la timidezza mi ha portato ad indossare molte maschere) diventa quasi necessario.Io spesso ho paura di mostrare le mie debolezze, le mie paure, il mio terrore della gente, la mia forte emotività… Ma il tempo, le esperienze, la vita, mi hanno portata ad avere un armadio pieno di trasforamzioni che sono prontissima ad indossare al bisogno (anche se a volte mi capita di sbagliare abito e prendo la maschera cretina nel momento in cui dovrei indossare la serietà 🙂 )
Continua così CoccoAnnaDrilla che sei spettacolare per come sei!!!! Un bacione!!!!
Spesso ho indossato delle maschere,nell’adolescenza avevo casini a casa dati da un fratello che aveva preso una brutta strada uscivo di casa e con gli amici sembravo il più felice del mondo sempre ponto a ridere e scherzare per poi rientrare a casa e tremare per la paura che potesse scoppiare qualche casino.
Finiti quegli anni con mio fratello che ha messo la testa abbastanza a posto arriva la diagnosi e la maschera che stavo posando nel cassetto l’ho dovuta riprendere,la malattia c’era i tormenti anche ma nessuno li poteva vedere e allora ricomincia con lo show,sorridi e cerca di far sorridere,per poi rientrare a casa prendere la siringa e farsi di interferone.
Adesso dopo tanti anni la malattia ha fatto in modo che la maschera pian piano la stia abbandonando,però mi piace comunque sorridere in mezzo alla gente e quello che noto che la maschera adesso la indossano spesso gli altri……forse è carnevale tutto l’anno!!!
Siete meravigliosi! Brava Annalisa e tutti i giovani oltre la SM 🙂